Differenze tra le versioni di "Mesolino, Il pianto dei noccioli"
(→Promozione) |
m (una versione importata) |
(Nessuna differenza)
|
Versione attuale delle 07:37, 30 dic 2015
Mesolino, Il pianto dei noccioli è il primo libro di Angelo Sirignano, pubblicato nel 2012
Promozione
Il libro è stato presentato durante della prima edizione di Libriamoci il 31 Novembre 2015 presso l'Istituto comprensivo 'G. Rossini' alla presenza delle classi di seconda e terza media, presentato dal preside Bartolomeo Perna con letture dal presidente della Pro Loco Visciano e l'autore Angelo Sirignano
Trama
Due i personaggi chiave: Aniello Mesolino, sfortunato contadino possidente, e il narratore. I due sono legati da una lunga amicizia. La tragedia scioglierà il loro rapporto e permetterà al secondo di capire meglio il carattere dell’amico. Una mattina del maggio 1915, entrambi lasciano il paese di Visciano, antico borgo adagiato tra i noccioleti del Nolano. Loro obiettivo è di arruolarsi nella Guardia di Finanza. Sono due ragazzi pieni di vita e di salute. Approdano prima a Napoli e poi a Roma, spinti dalla curiosità e da tanta voglia di emanciparsi. Ma le loro strade ben preso si dividono. Trascorso qualche anno, Aniello torna al paesello e si dedica al podere. Il nostro narratore, invece, si laurea e diventa comandante della Guardia di Finanza. Nell’agosto del 1958 avviene il tragico fatto: Aniello si becca una schioppettata durante l’incontro con un gruppetto di individui che passano davanti al suo podere. A questo punto, la narrazione imbocca la strada principale. La rievocazione abbastanza sommaria degli anni giovanili lascia il posto al resoconto delle indagini. Nel frattempo, il comandante della Guardia di finanza ha fatto una solitaria rimpatriata e si trova coinvolto nell’evento. Il suo amico Aniello ha perso la vita in un modo non solo drammatico, ma anche misterioso. Le testimonianze sono diverse, frammentarie e contraddittorie. I famigliari dell’ucciso sono messi a confronto con un gruppo di giovani della zona, ma la verità rimane nascosta. Non solo non si riesce a identificare l’assassino, ma non si conosce neppure il movente. Perché quel ragazzotto ha sparato, mentre Aniello si rivolgeva a lui e a i suoi compagni? Forse solo i noccioli, le cui fronde rendono verde e armoniosa la zona, sanno che cosa è accaduto realmente. Il nostro narratore, affiancatosi al capitano Donati (toscano relegato in Campania per punizione), segue il corso delle indagini. Nasce tra di loro una specie di amicizia.