Raffaele Montella
Descrizione di Fioravante Meo in Visciano (paese in cammino...)
Poeta e cantore della Madonna Consolatrice del Carpinello, nacque a Visciano il 25 gennaio 1901, da Salvatore e Camilla Corbisiero. Il padre Salvatore, guardia municipale e ufficiale giudiziario del Comune di Visciano era originario di Comiziano (Gallo), ma era cresciuto e vissuto sempre a Visciano, meritandosi la stima e l’affetto dell’intera popolazione. All’epoca in cui nacque Raffaele Montella, non essendo avvenuta ancora il Concordato tra Stato e Chiesa, al momento del battesimo, venne registrato: Raffaele Giuseppe e all’anagrafe: Giuseppe Raffaele per cui prevalse la Chiesa, e per tutti si chiamò Raffaele. Il quale, dopo il curricolo scolastico, a Visciano, appena dopo l’adolescenza, venne avviato al lavoro presso la Cereria della Ditta Aniello La Manna sita in Via S. Giuseppe dei Ruffi (una traversa di Via Duomo a Napoli, dove lavorò fino a 18 anni allorché vinse il concorso nelle Ferrovie dello Stato dove fu assunto in qualità di macchinista poi fu promosso Capotreno di I classe. Nel frattempo - con il fratello Pietro - si trasferì a Napoli il 21 giugno 1932; ma già l’anno prima, di stanza al Compartimento ferroviario di Benevento, conobbe una soave fanciulla Ines Boscia, con la quale si sposò il 1931 e se la portò a Napoli ormai sua sede definitiva di lavoro. Qualche piccolo guaio, intanto, lo ebbe con il regime fascista che, per qualche tempo, lo esonerò dal servizio (periodo poi riconosciuto), in quanto non s’era voluto tesserare al partito. Nel frattempo, dal matrimonio nacquero Camilla (1934) e Salvatore (1938). Gli anni trenta segnarono, quindi, una svolta nella vita di Raffaele, ma anche nelle tradizioni di Visciano. Difatti, è dal 1931 che il Montella iniziò a comporre poesie e canzoni in onore della Vergine Consolatrice del Carpinello (Fede 'e popolo, 1931):
“Visciano?... Addò se trova sui paese me vuo’purta’, me vuò’purta’... Ogge fanno nafesta tanta bella jarnmo a vedè’, jammo a vedè’. Saglimmo tutt’ ‘e duje sta muntagnella, jammo a truvà’ ‘a Madonna ‘o Carpeniello. Jammo a vede’, jammo a vedè’... Rit.llo: Oi nè’, simmo arrivate, trasimino dint’ ‘a Chiesa: Vi’ sta Madonna che bellezze tene. Madò’ me voglio sta sempe ‘nzieme cu tte!
Dopo qualche anno dallo scoppio della seconda guerra mondiale, la moglie coni due bambini, andò a vivere a Visciano e qui si fece apprezzare e stimare per le sue doti di bontà e umanità. Il marito Raffaele, pur tra tanti pericoli, appena poteva, raggiungeva la famigliuola, con mezzi di fortuna, anche a piedi!, cosa usuale per i Viscianesi; anche perché all’epoca l’autocorriera dell’allora Ditta La Manna-D’Elia (oggi solo La Manna) effettuava appena due corse giornaliere; una alle sette di mattina e la seconda alle 18 di sera, per cui in mancanza o si doveva percorrere il tragitto Visciano-Nola e viceversa per la mulattiera che costeggiava Castel Cicala e il cosiddetto Monte Visciano fino all’omonimo cimitero a dorso di asino/a, oppure con il cosiddetto... cavallo di San Francesco (a piedi), per l’erta salita di circa nove kilometri. Finita la guerra, Raffaele e la moglie Ines, da Visciano ritornarono a Napoli nella casa di sempre non lontano dalla stazione di Piazza Garibaldi. Nel 1958, Raffaele, dopo 40 anni di onorato servizio, andò in pensione e, in quello stesso anno, si sposava la figlia Camilla che andava, con il marito, a vivere a Roma. Il figlio Salvatore, dopo interessanti esperienze di lavoro in campo petrolchimico, laureatosi in matematica, tuttora insegna negli Istituti Superiori. Sposatosi anche Salvatore nel 1971, con la prot.ssa Maria Rosaria Landolfi, donna leggiadra e di rara intelligenza, sembra che per i nostri Raffaele e Ines si preparasse una serena vecchiaia allietata dai nipotini Lucia e Gaetano figli di Camilla e dal piccolissimo Raffaele nato da Salvatore e Maria Rosaria, nel maggio del 1972. Ma non fu così: di lì a poco, a 58 anni, il 19 agosto 1972, l’amatissima moglie Ines, morì prematuramente. Nonno Raffaele, per alcuni anni andò a vivere con il f iglio Salvatore. Dopo qualche anno, nel 1975 nacque Ines, la seconda figlia di Salvatore, procurando a nonno Raffaele la gioia di pronunciare nella nipotina, l’amato nome della moglie. Una fastidiosa allergia ai pollini, presenti nell’aria di Napoli, costrinse il nostro Raffaele a trasferirsi a Roma, presso la figlia Camilla che lo ha amorevolmente accudito fino alla morte avvenuta il 14 aprile 1996 alla bella età di 95 anni.